giovedì 13 marzo 2008

Ottimismo e Salute

L’ottimismo aiuta la salute
di Alessandro Scuotto

Noi possiamo esercitare il controllo personale sulla nostra salute fisica più di quanto probabilmente sospettiamo: gli stati mentali che riflettono la psicologia di un individuo possono infatti influenzare il benessere del corpo e, di conseguenza, le emozioni ed il pensiero possono influenzare la malattia. Il nostro sistema immunitario lavora meglio quando siamo ottimisti e il modo in cui pensiamo, specialmente riguardo alla salute, modifica lo stato stesso di salute.

Il cervello ed il sistema immunitario sono collegati l’uno all’altro non soltanto dai nervi, ma anche attraverso gli ormoni, i messaggeri chimici che, trasportati dal sangue, trasmettono lo stato emotivo da una parte all’altra dell’organismo.

Quando una persona è depressa l’attività delle catecolamine, una specifica serie di neurotrasmettitori cerebrali, diminuisce e, quando questo accade, altri mediatori chimici, le endorfine, incrementano l’attività; le cellule del sistema immunitario, che hanno recettori per le endorfine, percepiscono questo cambiamento: il risultato è un indebolimento della risposta immunitaria.

Il nostro corpo è costantemente esposto ad agenti patogeni – fattori che causano malattie – che sono normalmente tenuti sotto controllo dal sistema immunitario. Allorché questo viene in parte debilitato dall’alterazione del rapporto catecolamine-endorfine, gli agenti patogeni sfuggono al controllo e rendono più probabile l’insorgenza della malattia.

È stato sperimentalmente dimostrato già da tempo (The Lancet, 1979) che una esperienza di estrema afflizione, come ad esempio un evento luttuoso, induce una depressione dell’attività immunitaria che viene ricuperata nell’arco di sei settimane; inoltre è stato osservato (American Journal of Psychiatry, 1987) che persone, le quali erano andate incontro ad un maggior numero di avversità nel corso della vita, avevano un’attività delle cellule immunitarie NK più bassa e che a maggiori episodi depressivi corrispondeva una più debole attività del sistema immunitario.

Gli individui con atteggiamento pessimista diventano più facilmente depressi, ed è dunque possibile che abbiano un’immunità più debole: infatti, se la depressione e lo stato di afflizione deprimono temporaneamente l’attività immunitaria, il pessimismo, uno stato psicologico più cronico, indebolisce il sistema immunitario per un periodo di tempo più lungo ed è probabile che, nel corso della vita, possa deteriorare lo stato di salute.

Un ulteriore studio (Journal of Personality and Social Psychology, 1989) ha dimostrato che lo stato di salute in età avanzata è fortemente correlato all’atteggiamento personale nei confronti della vita rilevato, negli individui sottoposti all’osservazione, dall’analisi dei diari scritti in età adolescenziale; in questo studio i pessimisti infatti avevano cominciato a contrarre le tipiche malattie della mezz’età prima, e in maniera più grave, degli ottimisti.

Ottimismo e pessimismo dunque influiscono sulla salute tanto quanto i fattori fisici. E interventi di terapia e prevenzione sono possibili ad ogni livello della sequenza verificabile scientificamente: eventi negativi - pessimismo - depressione - riduzione delle catecolamine - aumento delle endorfine - soppressione immunitaria - malattia.

Secondo le teorie di Seligman, psicologo all’University of Pennsylvania, l’ottimismo si può apprendere, ma non consiste, in maniera riduttiva, nell’abitudine a pronunciare affermazioni positive nei confronti di se stesso, come sostenuto dalle semplicistiche teorie del “pensiero positivo”. Ad essere efficace per il proprio benessere è l’acquisizione, con opportune tecniche, di quelle abilità cognitive tese a modificare il proprio “stile esplicativo” - il modo, cioè, con cui abitualmente spieghiamo a noi stessi perché accadono gli eventi - in maniera da impedire la reazione di rinuncia e di abbandono (“impotenza appresa”) che innesca il pessimismo e la sequenza di cui sopra. Imparare, in altre parole, a cambiare i pensieri distruttivi che rivolgiamo a noi stessi quando facciamo esperienza di una delle avversità che la vita ci riserva poiché la vita non è quella che dovrebbe essere, è quella che è. E’ il modo in cui l’affronti che crea la differenza (Virginia Satir).

Articolo pubblicato nella rubrica “salute” del quotidiano Napolipiù, 9 ottobre 2004.

mercoledì 5 marzo 2008

Sogno e psicosomatica



Conferenza


Sognare per Guarire, Guarire per Sognare.

Valore e senso dell'interpretazione psicosomatica.


a cura del Dott. Alessandro Scuotto


7 marzo dalle ore 20.00 alle ore 22.00.
presso LifeGate medicina olistica, via Galilei n°6, Milano