L’aspetto fisico può minare l’autostima
di Alessandro Scuotto
L’aspetto fisico è la percezione orientata che abbiamo del corpo, di quella parte del sé che è sostanza e garantisce il senso di identità individuale e, allo stesso tempo, assicura la capacità di comunicazione. L’elaborazione di questa percezione assegna al corpo il ruolo espressivo della soggettività e una parte non secondaria nell’esperienza progressiva della conoscenza di sé e nella conseguente valutazione delle risorse personali.
di Alessandro Scuotto
L’aspetto fisico è la percezione orientata che abbiamo del corpo, di quella parte del sé che è sostanza e garantisce il senso di identità individuale e, allo stesso tempo, assicura la capacità di comunicazione. L’elaborazione di questa percezione assegna al corpo il ruolo espressivo della soggettività e una parte non secondaria nell’esperienza progressiva della conoscenza di sé e nella conseguente valutazione delle risorse personali.
La formulazione dell’autostima scaturisce dall’equilibrio dinamico tra queste due esigenze ed è autocentrata (poggia cioè sul rispetto di valori riconosciuti propri) ed eteroriferita, poiché attraverso la comunicazione si stabilisce un confronto con l’esterno. Il confronto con un modello congruo stimola la tensione ad esprimere le potenzialità individuali e favorisce il senso di appartenenza sociale. Se il modello selezionato non è congruo, l’autostima decade.
Il modello risulta incongruo o perché invalidato sul piano etico (non si accorda con i propri valori) o perché è inapplicabile nella pratica (idealizzato). Un modello eticamente non valido può imporsi ugualmente sulla scorta di un investimento affettivo-emozionale che comporta la gratificazione immediata e/o il conforto dell’omologazione. E’ il caso di chi soggiace al ricatto imposto da norme provenienti da autorità nei confronti delle quali si è stabilita una relazione affettiva (genitori, coniuge, educatore, ecc.) o di vasto consenso (mass media). Un modello è invece inapplicabile quando è il risultato di una elaborazione astratta e sfugge alla definizione oggettiva; il soggetto si rifugia allora nell’ideologia o trasferisce la tensione delle sue potenzialità su di un piano esclusivamente teorico fino ad identificare, per esempio, il sé corporeo in un numero che appare sul quadrante della bilancia.
Per una personalità integrata è necessario accogliere la fisicità e le sue eventuali inadeguatezze, quindi occorre innanzitutto svincolare il corpo dalla considerazione di esso come un oggetto da sagomare sulla traccia di istanze mutevoli e aderire alla propria immagine reale, dotata di significato e di senso, legittimata nella sua originalità proprio dai punti di distacco dai modelli e perciò autentica.
Articolo pubblicato nella rubrica “salute” del quotidiano Napolipiù, 29 gennaio 2005.
http://arcolario.blogspot.com/2008/04/autostima-e-aspetto-fisico.html
1 commento:
Sono d'accordo l'aspetto fisico nn dovrebbe condizionare e minare l'autostima.
Comunque molto interessante questo blog!
Sveva
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