“E’ possibile che le allucinazioni di oggi possano diventare fatti scientifici, accettati e provati di domani.” (Agatha Christie, Il mistero del vaso azzurro, in: Testimone d’accusa e altre storie)
Ieri, 22 maggio 2008, è stato realizzato con successo da Yoshiaki Arata il primo esperimento pubblico sulla fusione fredda. La dimostrazione è stata effettuata all'Università di Osaka alla presenza di un pubblico qualificato.
Dall’epoca del primo esperimento, condotto il 23 marzo 1989 dai chimici dell'università americana dello Utah, Martin Fleischmann e Stanley Pons, sono passati quasi venti anni. Nel frattempo diversi ricercatori, in più parti del mondo, sfidando le “regole” imposte dalle istituzioni ufficiali hanno portato avanti caparbiamente gli studi. Tra questi vanno annoverati i fisici italiani Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice che hanno elaborato, con il gruppo di ricerca dell’ENEA di Frascati, il modello teorico della fusione fredda.
Nel 2000, in un periodo ancora di predominante scetticismo sull’argomento, venne pubblicata la prima edizione del saggio di Roberto Germano, Fusione fredda – Moderna storia d’inquisizione e d’alchimia. (Bibliopolis, Napoli, 2003, 2ed).
Il 20 febbraio 2001 a Napoli, l’Associazione Culturale Interdisciplinare ALTANUR organizzò, con il patrocinio dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli, una delle prime conferenze divulgative sull’argomento Nuove prospettive della scienza: La fusione fredda come possibile fonte energetica alternativa non inquinante, relatori: Emilio Del Giudice, Roberto Germano e Antonella De Ninno. Ci piace pensare che la scoperta che da ieri si chiama “Arata phenomena” abbia, per una connessione inattesa, un parziale eponimo italiano dal nome del compianto Giuliano Preparata.
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1 commento:
Che bello, speriamo al più presto di applicare nella pratica la fusione fredda.
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