giovedì 18 dicembre 2008

Natale

L'attesa della nascita è avere fede in una promessa
di Alessandro Scuotto

Ciò che nasce adesso, prima non c’era. Il momento della nascita dunque segna il limite temporale di un cambiamento da una primitiva condizione, un “passaggio all’essere”. Questo “essere nuovo” non ha, però, generato se stesso, origina infatti da situazioni necessariamente preesistenti e stabilisce, attraverso esse, un collegamento col passato. Ma è tutto l’esistente che viene modificato dalla nascita, da ogni nascita, in una realtà nuova: allorché la realtà genera il nuovo, il nuovo modifica la realtà.
L’attesa della nascita è la fede in una promessa che verrà mantenuta nel futuro, è espressione di una condizione na(sci)tura, che attiene cioè alla natura: è un fenomeno intrinsecamente naturale. Ma “nascere” viene dal fonema indoeuropeo GN- da cui sia GEN- (generare), che GNO- (accorgersi) e da quest’ultimo: cognoscere, conoscere. Quindi nascere è partecipare della natura e della conoscenza, è conoscere la propria natura, avere coscienza di sé: immergersi consapevolmente nella propria essenza.
La natura dell’Uomo non può accontentarsi di nascere per esistere semplicemente, ma si esprime pienamente nell’essere. Questa espressione, spontanea nell’intenzione, richiede tuttavia un atto di volontà. Come il tentativo di realizzare l’opera di trasformazione alchemica procede attraverso innumerevoli sperimentazioni pratiche, acquisendo ogni volta una parte importante della conoscenza; così, per percorrere con successo la strada per la realizzazione di se stessi, è necessario trasferire l’energia dal piano potenziale a quello attuale, dall’intenzione all’azione cosciente e accogliere intimamente l’esortazione dell’Ulisse dantesco: Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (Inf. XXVI, 118-120).
La conoscenza che porta alla nascita determina un cambiamento ed impone a sua volta una trasformazione dello stato precedente: una morte simbolica. Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv. 12, 24). Ogni volta dunque che la consapevolezza di sé progredisce, si nasce, e questo processo naturale si sviluppa attraverso un ciclo di generazione che procede dalla morte (trasformazione) verso la vita (realizzazione di sé). Il mito della fenice, che rinasce dalle proprie ceneri, richiama questa esigenza.
La nascita (come la resurrezione) di Cristo è una celebrazione con valore attuale per il mondo cristiano, non una commemorazione storica, e la si fa ricorrere in concomitanza del solstizio d’inverno, un evento simbolicamente legato alla rinascita da tempi remoti. La virtualità della promessa si traduce dunque nella concretezza del suo compimento che dall’essere passa alla consapevolezza (sapere di essere), da questa all’azione (gestire l’essere) ed infine alla relazione d’amore (donare l’essere).

Articolo pubblicato su Napolipiù, 18 gennaio 2005.

mercoledì 10 dicembre 2008

60° anniversario della dichiarazione dei diritti dell'Uomo

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.

Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale gli venga rivolta.

Articolo 11
1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà deI pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

Articolo 14
1 ) Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

Articolo 16
1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Articolo 17
1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Articolo 20
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

Articolo 21
1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2) Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve sere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

Articolo 23
1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4) Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

Articolo 25
1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

Articolo 26
1 ) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.

Articolo 27
1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

Articolo 29
1 ) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2) Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3) Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.

Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

giovedì 27 novembre 2008

Agopuntura. Evidenza ed efficacia.

da: SanitàNews
http://www.sanitanews.it/quotidiano/intarticolo.php?id=1835&sendid=443
LA RISONANZA MAGNETICA PROVA L’EFFICACIA DELL’AGOPUNTURA
Gli aghi sono in grado di modulare lo stimolo doloroso
L’agopuntura rappresenta uno dei rimedi più antichi per combattere il dolore e ora, grazie alla risonanza magnetica, è anche più chiara l'interazione con le zone cerebrali da cui si sviluppa la risposta positiva allo stimolo doloroso. A illustrare cosa succede nel nostro cervello quando un ago viene infisso in un punto della mano o del piede è il professor Riccardo Rinaldi, docente all'Università La Sapienza di Roma, nel suo intervento al convegno su “dolore: approccio multidisciplinare”, organizzato all'ospedale San Pietro Fatebenefratelli. Nel convegno e' anche emersa la validità dell'abbinamento dell’agopuntura con l’omeopatia per il contrasto al dolore. “Nel cervello - spiega Rinaldi - esiste una mappa del dolore, varie zone sono collegate tra loro e ciascuna di esse rappresenta un particolare aspetto dell’esperienza dolore. Con la risonanza magnetica si e' potuto vedere come l’agopuntura influenzi l’attività di queste aree. Con l’infissione di un ago possiamo diminuire l’intensità del dolore oppure la sua sgradevolezza modificando il rapporto tra stimolo doloroso e cervello. Anche la sfera emotivo-emozionale coinvolta nell’esperienza dolore viene influenzata dall’agopuntura e può modificare la risposta comportamentale al dolore”. “La mappa del dolore a livello cerebrale - continua Rinaldi - si accende in determinate aree in risposta ai vari stimoli dolorosi ma dopo le infissioni di aghi in certi punti del corpo si modifica la risposta. In definitiva, l’agopuntura modula il dolore”. I dolori più facilmente trattati con l’agopuntura sono quelli alla spalla, l’artrosi del ginocchio o i traumi sportivi del ginocchio. Inoltre ha riscontri positivi nelle lombosciatalgie, nelle cervicoalgie e nelle cefalee tensivo muscolari.

lunedì 24 novembre 2008

mercoledì 12 novembre 2008

Le Connessioni Inattese


L'Associazione Culturale Interdisciplinare

ALTANUR

presenta
Le Connessioni Inattese 2008
L'evento avrà inizio sabato 15 novembre 2008 con il
Convegno Internazionale

LA STORIA, LA SCIENZA, LA PROPAGANDA
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Via Monte di Dio, 14 - Palazzo Serra di Cassano - Napoli
9:.00-13:00 15:00-19:00

introduce: Riccardo Di Palma
Presidente della Provincia di Napoli
Presiedono e moderano le due sessioni, la tavola rotonda e il dibattito:
Giuseppe Germano, filologo, Università Federico II di Napoli
Roberto Germano, fisico della materia, PROMETE, Napoli

Alessandro Scuotto
Presidente ALTANUR, gastroenterologo, esperto in medicine non convenzionali
Gli obiettivi dell'Associazione Culturale ALTANUR

Brian Josephson
Premio Nobel per la Fisica
Unconventional Ideas in Science: ready for the Nobel Prize Award, or sent to the Hell of Heretics?
Il Destino delle Nuove Idee: Premio Nobel o Inferno degli Eretici?

Flavio Barbiero
Ammiraglio della Marina Militare Italiana, esploratore e saggista
Nacita e Diffusione della Civiltà: lo Scenario Atlantideo

Giulio Calegari
Palenologo e Architetto
L'archeologia preistorica in contesti preformativi

Giulietto Chiesa
Giornalista, parlamentare europeo e saggista
Quando la storia è raccontata da vincitori ciechi e senza storia

Emilio Del Giudice
Fisico teorico - INFN
La debolezza della forza e la forza della debolezza nel mondo della scienza

Giorgio Galli
Politologo, docente universitario, saggista
Mito e Storia: una connessione da rivisitare

Alessandro Giuliani
Primo ricercatore Ist. Sup. Sanità, saggista
Scienza Semplice

Maurizio Torrealta
Giornalista, caporedattore di RaiNews24
La dottrina dell'ambiguità calcolata


domenica 26 ottobre 2008

Effetti salutari dell'umorismo

Perché ridere salva la vita
di Alessandro Scuotto

Le affermazioni della saggezza popolare precorrono talvolta i risultati della ricerca scientifica: “il riso fa buon sangue” – si dice. L’interpretazione convenzionale di questo proverbio assegna al sangue la metafora della disposizione d’animo, forse riprendendola dalla teoria degli umori della medicina di Ippocrate, e quindi attribuisce all’umorismo una relazione benefica con lo stato di salute.

Ma il “buon sangue” non è solo buonumore. Già da alcuni anni, infatti, è stato dimostrato che ridere modifica la concentrazione di alcuni componenti presenti nel sangue e che queste variazioni sono, a loro volta, responsabili di cambiamenti di attività del sistema immunitario, tanto da poter pensare di impiegare la comicità nella terapia e nella prevenzione delle malattie.

L’aneddoto più noto a questo proposito è probabilmente costituito dalla vicenda di Norman Cousins (1915-1990), giornalista americano redattore letterario del Saturday Review, al quale fu diagnosticata una forma severa di spondiloartrite anchilosante - una malattia infiammatoria cronica autoimmune invalidante delle articolazioni - con complicanze cardiache. Allorché, in relazione alla scarsa efficacia dei trattamenti intrapresi, gli fu annunciata una prognosi con minime probabilità di sopravvivenza nel breve periodo, Cousins, alla luce di alcune ricerche di “biochimica delle emozioni” recentemente pubblicate, decise di affidarsi ad un programma terapeutico che comprendeva dosi imponenti di vitamina C, attitudine mentale positiva e visione di film comici e candid camera televisive. L’effetto immediato di tipo analgesico gli permise innanzitutto di poter dormire senza dolore, successivamente il lento miglioramento clinico gli consentì di riprendere il lavoro e di vivere fino a 75 anni: per più di sedici anni dopo la diagnosi e ben oltre quanto era stato pronosticato dai medici.

La base scientifica che oggigiorno ci offre la possibilità di comprendere, tra le altre cose, la relazione tra umorismo e salute è l’oggetto di una disciplina dal nome quasi impronunciabile – psico-neuro-endocrino-immunologia – per indicare la quale si preferisce utilizzare l’acronimo PNEI: in sintesi le emozioni e il pensiero, attraverso le vie del sistema nervoso, influenzano la secrezione di ormoni che regolano l’attività immunitaria.

Abbiamo percorso un tratto di strada ulteriore dalle osservazioni che Freud, all’inizio del secolo scorso, riportava nel suo saggio Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905): ridere di cuore può permettere lo scaricare delle tensioni e uno stato di conseguente piacere. Il riso dunque è salutare perché alleggerire la tensione vuol dire intervenire in maniera positiva sullo stress e sull’ansia interrompendo il circolo vizioso che alimenta frustrazione, senso di inadeguatezza, aggressività e senso di colpa. Questo sul piano psichico, ma in condizioni di stress l’organismo produce una maggior quantità di cortisone che riduce la competenza immunitaria e facilita così l’insorgenza di malattie. Il senso dell’umorismo, moderando il calo delle difese immunitarie che si verifica sotto stress, ne antagonizza le conseguenze; inoltre è dimostrato che ridere di cuore provoca effetti simili all’esercizio fisico con successivo periodo di rilassamento: aumenta la produzione di beta-endorfine (un gruppo di sostanze prodotte dalle cellule del sistema nervoso) e riduce il rischio di infarto cardiaco e di depressione.

In un periodo storico come quello attuale, caratterizzato da una congiuntura economica negativa che comporta un logorio individuale e sociale, una cura efficace a basso costo è sicuramente benaccetto.
In più la capacità di cogliere l’aspetto umoristico delle situazioni sollecita l’azione di cortocircuiti psichici simili a quelli provocati dall’arrivo improvviso di nuove idee e alla capacità di elaborare soluzioni alternative ai problemi utilizzando elementi occasionali.

Parlare di umorismo dalle sponde del lago, spesso accostato all’evocazione di sentimenti malinconici, può sembrare anomalo, ma André Breton accostava l’umorismo alla creazione poetica e dunque coniugare la attrattiva di un ambiente sereno con la magia della creatività è legittimo.
E’ scritto che “un cuore allegro è una buona medicina, ma uno spirito abbattuto inaridisce le ossa” (Proverbi, 17:22): la capacità di apprezzare l’umorismo è una dote da coltivare e attraverso la quale disporre il corpo e l’anima a godere del pieno benessere.


Pubblicato sul quotidiano L'Ordine, 25 ottobre 2008.

giovedì 23 ottobre 2008

martedì 14 ottobre 2008

Le connessioni nascoste

Poiché la vita umana comprende la dimensione biologica, quella cognitiva e quella sociale, i diritti umani andrebbero rispettati in tutte e tre queste dimensioni. La dimensione biologica include il diritto a un ambiente sano e ad alimenti sicuri e sani; e, oltre a ciò, il rispetto per l’integrità della vita include anche il rifiuto della brevettazione delle diverse forme di vita. I diritti umani nella sfera della dimensione cognitiva comprendono il diritto di accedere all’istruzione e alla conoscenza, così come la libertà di opinione e di espressione. Per quanto riguarda la dimensione sociale, infine, il primo diritto umano – nelle parole della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – è “il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale”. Nella dimensione sociale rientrano un’ampia varietà di diritti – dalla giustizia sociale al diritto a riunirsi pacificamente, all’integrità culturale e all’autodeterminazione.

Fritjof Capra, La scienza della vita, BUR, 2004, Milano (1a ediz. it. Rizzoli, 2002, Milano).

Titolo originale: The Hidden Connections.

domenica 28 settembre 2008

Sé, ambiente e psicosomatica.




Tutte le tappe del processo d’incontro con la realtà sono suscettibili di una distorsione ed essere, così, il punto di partenza per l’instaurarsi di un conflitto, che, a sua volta, può dar luogo ad una condizione di disagio e di patologia.


La percezione può risultare falsificata dalle condizioni ambientali (luminosità, rumore di fondo): l’appercezione può essere tratta in inganno da artifici, come negli spettacoli di prestigio e illusionismo; l’intuizione, la logica e la comprensione possono avere l’accesso ostacolato da condizioni di alterazione (es. ebbrezza alcolica), da background culturale non compatibile (es. espressioni in idioma differente), dalla novità assoluta dell’esperienza.

Ma è il giudizio il delicato punto di svolta. Alla formulazione della decisione consegue la possibilità di passaggio dalla potenzialità all’azione: scegliere comporta l’opera di selezione tra più modalità e presuppone l’impegno verso una opportunità, ma implica necessariamente la rinuncia a tutte le altre. E’ pertanto questo un territorio di frequente sperimentazione del conflitto e, in tal caso, si può determinare un arresto dell’intero processo: l’energia psichica fin qui prodotta non si scarica nella progressione verso la tappa successiva – l’azione è bloccata – e si riversa altrove.

L’azione può risultare alterata da una forma di compromesso fra l’espressione manifesta, corticale (con effetti sul sistema di relazione: locomotore, fonazione), che va in un senso e quella non-manifesta, governata dal sistema nervoso autonomo (con effetto sugli organi interni), che procede in senso differente.
Si determina un conflitto di coerenza , fonte di disagio e di manifestazioni patologiche.

Nella verifica della scelta operata sono rimessi in gioco tutti i meccanismi precedenti (percezione, appercezione, …) perché si possa giudicare se si è fatta “la cosa giusta”.
Le eventuali distorsioni possono essere reiterate, se alcune delle funzioni precedentemente esaminate sono compromesse, e possono portare alla realizzazione di meccanismi di compenso e di difesa. I più utilizzati sul piano psichico sono l’evitamento (avoidance) e la razionalizzazione: la volpe di Esopo nega l’appetibilità dell’uva per dissimulare la propria incapacità a raggiungerla. Una conseguenza probabile dell’aspettativa disattesa è il sentimento di frustrazione che comporta l’aumento dell’aggressività.













La correzione è un’azione conseguente alla verifica non soddisfacente. Un atteggiamento incerto, condizionato da inibizioni comportamentali, potrà tradursi in azioni ripetutamente inefficaci con conseguente insoddisfazione continua e sensazione di impotenza.


L’interpretazione psicosomatica consente la lettura della partitura nel duplice registro: il disagio psichico e la sintomatologia corporea e prevede la possibilità di intervento su entrambi, nel tentativo di ristabilire l’equilibrio armonico.


giovedì 25 settembre 2008

Medicine Non Convenzionali in Pediatria

da: Sanità News
GENITORI SODDISFATTI DALLA MEDICINA NON CONVENZIONALE APPLICATA AI FIGLI
I dati di una indagine condotta dalla Società Italiana di pediatria
Le medicine non convenzionali si diffondono sempre di più nel nostro Paese tanto che oltre il 95% dei genitori che hanno fatto ricorso a tali rimedi per i loro bambini e' rimasto soddisfatto. Lo documenta una indagine nazionale sull'utilizzo di medicine non convenzionali in ambito pediatrico, svolta in occasione del convegno "Nuove tendenze in diagnostica e terapia pediatrica" in programma a Bologna dal 25 al 27 settembre. Lo studio - presentato oggi ai giornalisti e patrocinato dalla Societa' italiana di pediatria e dalla Societa' italiana di tossicologia - e' stato svolto su un campione di 600 genitori con figli dai zero ai 10 anni che avessero gia' utilizzato medicinali non convenzionali. Nello specifico, la quasi totalita' del campione ha mostrato di conoscere l'omeopatia e la fitoterapia, le due pratiche anche piu' utilizzate. La floriterapia (fiori di Bach) e' conosciuta dal 90% del campione ma utilizzata solo da poco piu' di un terzo. Anche l'agopuntura (conosciuta nell'87% dei casi) e' utilizzata solo dal 9%. Tra le patologie curate con medicine non convenzionali spiccano al primo posto quelle otorinolaringoiatriche (68,7% dei casi) seguite dalle malattie dello stomaco o dell'intestino (37,3%) e dai disturbi del sonno e del comportamento (30,9%). I rimedi non convenzionali sono utilizzati anche come prevenzione: questo accade in forte prevalenza al nord rispetto al sud (53,3% contro il 38,2%) e tra i genitori laureati rispetto a quelli con istruzione media inferiore. Secondo lo studio, la principale motivazione (90% del campione) per la quale si usano medicine non convenzionali consiste nel fatto di ritenerle rimedi piu' naturali. Piu' della meta' dei casi, inoltre, ritiene che non abbiano effetti collaterali e meno del 20% e' convinto, invece, che siano piu' efficaci dei farmaci convenzionali. E' stato il pediatra, nella maggior parte dei casi (60,9%) a prescrivere questi rimedi; seguono il farmacista e l'erborista. La ricerca sottolinea che "e' verosimile ritenere che nei prossimi anni vi sara' un'ulteriore espansione delle medicine non convenzionali in virtu' di una forte esigenza di naturalita' espressa, come sfogo, da chi vive nei contesti sociali a maggior sviluppo economico". Un impedimento all'utilizzo di questi medicinali e' stato individuato nell'aspetto economico tanto che, l'89% del campione vorrebbe un rimborso (come avviene per i farmaci tradizionali) dal Servizio sanitario nazionale.

sabato 20 settembre 2008

Incontro con la realtà. 9/9

9. Correggere
Alla luce della verifica eseguita, l’organismo pone in essere un aggiustamento progressivo del comportamento finalizzato all’efficacia dell’azione.

giovedì 18 settembre 2008

Incontro con la realtà. 8/9

8. Verificare
La modificazione prodotta sull’ambiente è un fenomeno che viene a sua volta percepito, appercepito, intuìto, ecc. Il soggetto esprime un giudizio di congruità tra l’azione prodotta e l’aspettativa desiderata.

Incontro con la realtà. 7/9

7. Agire
Si attiva la parte efferente del Sistema Nervoso che chiama in gioco la partecipazione dell’apparato locomotore. Gli impulsi in uscita, integrati in un sistema complesso, realizzano il movimento del soggetto verso l’ambiente e inducono in questo una modificazione. In questo stadio si producono anche una molteplicità di effetti correlati, all’interno dell’organismo, che sono parte integrante dell’azione.

mercoledì 17 settembre 2008

Incontro con la realtà. 6/9

6. Giudicare
Si coinvolgono i circuiti logici ed emozionali; il fenomeno viene valutato alla luce della memoria e in funzione delle aspettative in modo da formulare una decisione, che produce una modificazione comportamentale: la risposta opportuna alla istanza presentata.

martedì 16 settembre 2008

Incontro con la realtà. 5/9

5. Comprendere
A questo punto l’esperienza viene integrata in sé, articolandola con la struttura personale e le esperienze precedenti. In tal modo le si attribuisce una connotazione individuale ed è quindi possibile accogliere la modificazione indotta nel soggetto.

lunedì 15 settembre 2008

Incontro con la realtà. 4/9

4. Capire
L’esperienza della realtà è trasferita a livello logico (caput).
La conoscenza viene elaborata dalle strutture complesse del cervello per intendere il fenomeno: sono coinvolte, tra le altre, le aree del linguaggio.

domenica 14 settembre 2008

Incontro con la realtà. 3/9

3. Intuire
La realtà esterna percepita viene quindi portata all’interno e osservata (in + tueri).
Le vie sensoriali (e sensitive) scaricano gli impulsi afferenti in aree specifiche del Sistema Nervoso Centrale. L’attivazione di queste aree in modo diverso (ad esempio con l’uso di sostanze psicoattive) può determinare allucinazioni: la rappresentazione fantastica si sostituisce alla realtà.

sabato 13 settembre 2008

Incontro con la realtà. 2/9

2. Appercepire
Allorché gli stimoli esercitano la loro azione sui recettori, è necessario che il soggetto se ne accorga, prenda coscienza di questo incontro e sia in grado di orientare l’attenzione verso una sollecitazione, potendo trascurare le altre. Isolare l’oggetto di interesse dal contesto, cogliere la differenza tra figura e sfondo è di importanza fondamentale.
La distrazione operata da stimoli contemporanei, esercitati sullo stesso apparato percettivo (illusioni ottiche, ad esempio) o su sistemi diversi (sensazione di vertigini), può influenzare gli stadi successivi della relazione con l’ambiente.

venerdì 12 settembre 2008

Incontro con la realtà. 1/9

1. Percepire
Il collegamento del corpo con l’ambiente si rende operativo attraverso i sensi.
I tre sensi dei rapporti di vicinanza olfatto, gusto e tatto ci mettono in contatto diretto con la materia; i due sensi della lontananza udito e vista ci pongono in rapporto con l’ambiente attraverso le vibrazioni (onde sonore e onde elettromagnetiche). Ai cinque sensi classici, orientati all’esterno, va aggiunta la sensibilità cenestesica che assicura la percezione della posizione del proprio corpo e delle varie parti di esso nello spazio.
L’elemento comune ai vari aspetti della percezione è la presenza di un recettore specifico, la cui integrità biofisica è necessaria per garantire il rapporto soggetto-ambiente.

venerdì 18 luglio 2008

LeConnessioniInattese.it

Da questo numero è on line la rivista dell'
Associazione Culturale Interdisciplinare
ALTANUR

www.leconnessioniinattese.it

lunedì 14 luglio 2008

Psicosomatica

Che cos'è la psicosomatica?

Alcuni considerano di pertinenza della psicosomatica quelle patologie di trascurabile importanza collegate a fenomeni di sovraccarico psichico (stress) e spesso inquadrate fra i sintomi del cosiddetto “esaurimento nervoso”;




alcuni hanno pensato alle malattie psicosomatiche esclusivamente nelle definizioni di nevrosi isteriche (da lì è partito il lavoro di Freud) e delle nevrosi ipocondriache;







alcuni hanno azzardato la psiche come fattore causale delle malattie etichettando come psicosomatiche quelle che non riuscivano ad avere una soddisfacente spiegazione sul piano organico, salvo poi ritrattarle quando questa soluzione veniva offerta dal successivo progresso tecnico-scientifico.


La psicosomatica non è una specializzazione medica, non è una forma di psicoterapia, possiamo dire che è il tentativo di interpretare, alla luce della osservazione unitaria della persona (olistica), il disagio psicologico coniugato alle manifestazioni somatiche (sintomi) e di avvalersene per facilitare l’azione della terapia integrata e per istituire un’adeguata prevenzione.

Tratto da: Alessandro Scuotto, Malattia e Sogno, Analogia e Simboli nella Psicosomatica; relazione al Convegno Le Connessioni Inattese: il Mito, il Sogno, la Realtà. Napoli, 17 novembre 2007.

http://www.leconnessioniinattese.com/programma.html

venerdì 6 giugno 2008

Medicina Integrata

Verso una medicina integrata
di Alessandro Scuotto

L’ampliamento progressivo delle conoscenze scientifiche ha determinato un sovraccarico informativo nella medicina che non è più adeguatamente gestibile da un solo operatore in maniera omnicomprensiva. Accanto a ciò il progresso tecnologico ha condotto la medicina dall’iniziale visione olistica, basata cioè sull’osservazione della persona nella sua interezza, ad una visione sempre più analitica, fondata prevalentemente sulle rilevazioni oggettive strumentali e di laboratorio. Ne è scaturita una frammentazione del sapere medico in un insieme sempre crescente di specializzazioni che sono andate sempre più distanziandosi fino ad isolarsi l’una dalle altre e a compromettere così la reciproca comunicazione. Il paradosso è che lo specialista in una particolare branca della medicina sovente non identifica più una figura che possiede speciali competenze in addizione alla conoscenza fondamentale, cioè “uno che sa di più”, ma un tecnico raffinato nella conoscenza esclusiva del dettaglio: “uno che sa solo quello”!

A tutto ciò si aggiunge una considerazione di ordine sociale che mira ad inquadrare la medicina come servizio erogato da una struttura prescindendo dai rapporti interpersonali. In un tipo di società che privilegia la visione mercantile dei rapporti, l’attenzione si sposta dagli aspetti etici a quelli commerciali, dal quale al quanto. La responsabilità delle scelte viene allora affidata a gestori economici, attenti a considerare le opzioni in base all’ipotetico recupero del numero di giornate lavorative perse o al risparmio sui giorni di degenza ospedaliera piuttosto che in relazione al benessere individuale; talora invece si assiste all’opera buffa di un contabile malaccorto che, per consentire la dispensa in economia di una prestazione sanitaria, elabora complesse procedure di valutazione che possono risultare più costose dell’erogazione della prestazione stessa.

La figura del medico tradizionalmente intesa viene soppiantata dalla appartenenza ad una istituzione e dall’attribuzione di una ulteriore etichetta di ruolo. In una situazione colloquiale qualunque alla domanda di prassi “Lei di che cosa si occupa?”, la risposta consueta: “Faccio il medico” è percepita carente e sollecita immediatamente l’interlocutore a richiedere precisione: “Dove?”, “Che tipo di medico?”. Le circostanze legittimano dunque l’instaurarsi di una relazione medico-paziente che, anziché evolvere sul piano della fiducia, esita in un confronto impersonale e poco soddisfacente tra due posizioni obbligate.

La domanda attuale è quella di colmare la divaricazione in atto tra l’esigenza di risolvere, con l’ausilio di competenze specialistiche e dei mezzi tecnologicamente più avanzati, il problema clinico specifico e la necessità di garantire attenzione e responsabilità continuativa di cura nei confronti del paziente. Si rende necessario quindi un recupero del valore antropologico della professione medica che privilegi le attitudini umane, l’etica, la capacità di empatia e la disponibilità ad operare con mentalità complementare integrando i diversi approcci per lo studio e la soluzione del quesito clinico.

Il consenso che registrano le cosiddette medicine non convenzionali è assicurato innanzitutto dal pregio, che la maggior parte di esse ha, di collocare nuovamente al centro dell’interesse del medico l’Uomo che, attraverso il problema clinico, pone l’interrogativo complesso della sua situazione biologica. Lo sdegnoso appellativo di alternativa può essere accolto in discordanza con una medicina basata sull’evidenza che non esita a sconfessare le evidenze quando queste appaiono troppo semplici e che corre il rischio di arroccarsi su posizioni di presunta superiorità metodologica in nome di una verità precodificata.

Da ultimo, come conciliare il lavoro del medico con l’esigenza di gestione personale inderogabile della tutela di sé e quindi della propria salute? Assicurare scelte non vincolate a protocolli rigidi né orientate dalla paternalistica benevolenza, bensì indirizzate da un rapporto fiduciario maturo che investa nelle risorse della comunicazione corretta (ben oltre il formalizzato consenso informato) e proponendo uno scenario nel quale metodologie convergenti dai piani di studio sia analitico che sintetico possano coesistere in una medicina integrata.

Articolo pubblicato su Le Connessioni Inattese, dicembre 2005.

sabato 31 maggio 2008

Colore


Gloria Grazzini
Terapia del colore
(Enea-SI.RI.E., Milano, 2008)
Prefazione
di Alessandro Scuotto
In questo libro, Gloria Grazzini, mediante un abile lavoro di integrazione, fa confluire la sua precedente e consolidata formazione artistica nella pratica della naturopatia, delineando un originale percorso di osservazione e di attività terapeutica.
A questo proposito mi sovvengono con piacere, tra gli episodi del mio rapporto personale con l’Autrice, anziché i ragionamenti sugli argomenti di medicina non convenzionale, che ci hanno a più riprese appassionati, le considerazioni sulla valenza simbolica del colore espresse di fronte a La Visitazione del Pontormo a Carmignano e le impressioni sulla luminosità e la ricerca cromatica trasmesse da La Flagellazione del Caravaggio a Napoli. Sensibilità artistica e comunicazione terapeutica sono i capisaldi sui quali si fonda l’interesse per il colore.
Il lettore, dopo le necessarie premesse di anatomia e di fisica, è condotto nel vivo della materia attraverso un percorso storico ed esegetico sul colore fino ad arrivare alla trattazione degli impieghi terapeutici tradizionali di esso quali l’arteterapia e la cromoterapia. Nella struttura dell’opera appare centrale il capitolo sul Mandala che pone in collegamento gli aspetti storico-culturali precedentemente trattati con la visione moderna integrata della terapia del colore e, nello stesso tempo, costituisce l’introduzione al lavoro personale dell’Autrice.
Il pregio del volume consiste proprio nel porgere l’esperienza individuale come il filo conduttore di un approccio che risulterà originale ogni volta che ci si cimenti. Il rispetto della variabilità delle parti, che ogni azione terapeutica deve necessariamente prendere in considerazione per poter essere efficace, è particolarmente ben espresso nel capitolo dedicato ai bambini.
Il testo è redatto con chiarezza e semplicità di esposizione, pertanto risulta accessibile ad un pubblico molto vasto. Ciò nondimeno l’accuratezza e la puntualità dello studio condotto fornisce al lettore una serie di preziose indicazioni sulla metodologia senza scivolare nel tecnicismo.
La ricchezza delle citazioni, supportata da una certosina ricerca delle fonti bibliografiche autorevoli, conferisce al lavoro quella dignità scientifica che purtroppo difetta a molte pubblicazioni nel campo delle medicine naturali.
Il mio augurio, a questo punto, all’Autrice e a quanti si apprestano alla lettura del libro è di poterne combinare di tutti i colori!

venerdì 23 maggio 2008

Fusione fredda

“E’ possibile che le allucinazioni di oggi possano diventare fatti scientifici, accettati e provati di domani.” (Agatha Christie, Il mistero del vaso azzurro, in: Testimone d’accusa e altre storie)

Ieri, 22 maggio 2008, è stato realizzato con successo da Yoshiaki Arata il primo esperimento pubblico sulla fusione fredda. La dimostrazione è stata effettuata all'Università di Osaka alla presenza di un pubblico qualificato.

Dall’epoca del primo esperimento, condotto il 23 marzo 1989 dai chimici dell'università americana dello Utah, Martin Fleischmann e Stanley Pons, sono passati quasi venti anni. Nel frattempo diversi ricercatori, in più parti del mondo, sfidando le “regole” imposte dalle istituzioni ufficiali hanno portato avanti caparbiamente gli studi. Tra questi vanno annoverati i fisici italiani Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice che hanno elaborato, con il gruppo di ricerca dell’ENEA di Frascati, il modello teorico della fusione fredda.

Nel 2000, in un periodo ancora di predominante scetticismo sull’argomento, venne pubblicata la prima edizione del saggio di Roberto Germano, Fusione fredda – Moderna storia d’inquisizione e d’alchimia. (Bibliopolis, Napoli, 2003, 2ed).

Il 20 febbraio 2001 a Napoli, l’Associazione Culturale Interdisciplinare ALTANUR organizzò, con il patrocinio dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli, una delle prime conferenze divulgative sull’argomento Nuove prospettive della scienza: La fusione fredda come possibile fonte energetica alternativa non inquinante, relatori: Emilio Del Giudice, Roberto Germano e Antonella De Ninno. Ci piace pensare che la scoperta che da ieri si chiama “Arata phenomena” abbia, per una connessione inattesa, un parziale eponimo italiano dal nome del compianto Giuliano Preparata.

mercoledì 7 maggio 2008

Autostima e corpo

L’aspetto fisico può minare l’autostima
di Alessandro Scuotto

L’aspetto fisico è la percezione orientata che abbiamo del corpo, di quella parte del sé che è sostanza e garantisce il senso di identità individuale e, allo stesso tempo, assicura la capacità di comunicazione. L’elaborazione di questa percezione assegna al corpo il ruolo espressivo della soggettività e una parte non secondaria nell’esperienza progressiva della conoscenza di sé e nella conseguente valutazione delle risorse personali.

La formulazione dell’autostima scaturisce dall’equilibrio dinamico tra queste due esigenze ed è autocentrata (poggia cioè sul rispetto di valori riconosciuti propri) ed eteroriferita, poiché attraverso la comunicazione si stabilisce un confronto con l’esterno. Il confronto con un modello congruo stimola la tensione ad esprimere le potenzialità individuali e favorisce il senso di appartenenza sociale. Se il modello selezionato non è congruo, l’autostima decade.

Il modello risulta incongruo o perché invalidato sul piano etico (non si accorda con i propri valori) o perché è inapplicabile nella pratica (idealizzato). Un modello eticamente non valido può imporsi ugualmente sulla scorta di un investimento affettivo-emozionale che comporta la gratificazione immediata e/o il conforto dell’omologazione. E’ il caso di chi soggiace al ricatto imposto da norme provenienti da autorità nei confronti delle quali si è stabilita una relazione affettiva (genitori, coniuge, educatore, ecc.) o di vasto consenso (mass media). Un modello è invece inapplicabile quando è il risultato di una elaborazione astratta e sfugge alla definizione oggettiva; il soggetto si rifugia allora nell’ideologia o trasferisce la tensione delle sue potenzialità su di un piano esclusivamente teorico fino ad identificare, per esempio, il sé corporeo in un numero che appare sul quadrante della bilancia.

Per una personalità integrata è necessario accogliere la fisicità e le sue eventuali inadeguatezze, quindi occorre innanzitutto svincolare il corpo dalla considerazione di esso come un oggetto da sagomare sulla traccia di istanze mutevoli e aderire alla propria immagine reale, dotata di significato e di senso, legittimata nella sua originalità proprio dai punti di distacco dai modelli e perciò autentica.

Articolo pubblicato nella rubrica “salute” del quotidiano Napolipiù, 29 gennaio 2005.

http://arcolario.blogspot.com/2008/04/autostima-e-aspetto-fisico.html

giovedì 1 maggio 2008

Come ce la raccontiamo


La pubblicità elettorale, la fisica quantistica, la psicosomatica e l’editoria sono stati i differenti “punti di vista” tra i quali si è tessuto un filo di connessioni inattese nell’incontro di Como del 19 aprile. Il tema portante della Comunicazione, con il rischio connesso alla distorsione dell’informazione, è stato sviluppato in maniera multidisciplinare: dagli aspetti sociali con i risvolti in politica (Marossi) a quelli intimi della comunicazione interiore con l’influenza sul benessere individuale (Scuotto), passando per l’attenzione ai nuovi paradigmi in campo scientifico (Ramploud – Del Giudice) e le considerazioni sul piano storico (Milani) sull’uso della lingua comune per la divulgazione del sapere. Il pubblico ha espresso un manifesto interesse partecipando attivamente al dibattito che si è prolungato ben oltre l’orario previsto per la chiusura.

martedì 22 aprile 2008

Le connessioni inattese

Non esistono influenze buone, Gray. Ogni influenza è immorale… Perché influenzare un individuo vuol dire trasfondergli la propria anima. Egli non pensa pensieri naturalmente suoi, e non arde delle proprie naturali passioni. Le sue virtù non sono una realtà, e i suoi peccati, ammesso che i peccati esistano, sono presi a prestito. Diventa l’eco della musica di qualcun altro, l’attore di una parte che non fu scritta per lui. Lo scopo della vita è lo sviluppo del proprio io. Il completo sviluppo di se stessi – ecco la ragione d’essere di ognuno di noi.
(Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray)