di Alessandro Scuotto

L’attesa della nascita è la fede in una promessa che verrà mantenuta nel futuro, è espressione di una condizione na(sci)tura, che attiene cioè alla natura: è un fenomeno intrinsecamente naturale. Ma “nascere” viene dal fonema indoeuropeo GN- da cui sia GEN- (generare), che GNO- (accorgersi) e da quest’ultimo: cognoscere, conoscere. Quindi nascere è partecipare della natura e della conoscenza, è conoscere la propria natura, avere coscienza di sé: immergersi consapevolmente nella propria essenza.
La natura dell’Uomo non può accontentarsi di nascere per esistere semplicemente, ma si esprime pienamente nell’essere. Questa espressione, spontanea nell’intenzione, richiede tuttavia un atto di volontà. Come il tentativo di realizzare l’opera di trasformazione alchemica procede attraverso innumerevoli sperimentazioni pratiche, acquisendo ogni volta una parte importante della conoscenza; così, per percorrere con successo la strada per la realizzazione di se stessi, è necessario trasferire l’energia dal piano potenziale a quello attuale, dall’intenzione all’azione cosciente e accogliere intimamente l’esortazione dell’Ulisse dantesco: Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (Inf. XXVI, 118-120).

Articolo pubblicato su Napolipiù, 18 gennaio 2005.